Pragelato

Tutto può cambiare, ma non la lingua che ci portiamo dentro, anzi che ci contiene dentro di sé come un mondo più esclusivo e definitivo del ventre materno.

(Italo Calvino, Eremita a Parigi, 1994)

In realtà anche la lingua cambia perché una lingua che non si evolve e rifiuta ogni apporto esterno è comunque una lingua morta. Scrivere un dizionario o, meglio, tentare di catturare tutte le innumerevoli sfumature di una lingua, non vuol dire avere la presunzione di imprigionarla nelle reti oppressive e forzate di un database, ma traduce l’esigenza umana di fermare per un momento (storico) un bene prezioso e ricco di messaggi, di saggezza, di riconoscerne l’immenso valore per passare la testimonianza alle generazioni che verranno.
Insomma, essere una fonte attendibile perché costruita dalla gente che parla, che pensa, che sogna e che vive in patouà.

Noi, i “giovani”, eredi di questo bagaglio lessicale che in realtà contiene un mondo di saggezza antica e le voci dei nostri avi, abbiamo il dovere morale di diventare i paladini della nostra cultura per garantire una staffetta tra i nostri nonni e genitori ed i nostri figli e le generazioni che verranno. Vogliamo sapere, conoscere e non impedire la normale evoluzione di una lingua viva.

Dicono, non a caso e non per malignità, che a Pragelato siamo complicati con le nostre affricate sorde e sonore, le ts e le dz che altrove non esistono e con tutte le piccole e grandi varianti legate alle diverse borgate dello stesso comune. Il gruppo di parlanti che sta lavorando con tanta passione ed entusiasmo alla redazione del dizionario ha scoperto e riscoperto la propria lingua, le sue caratteristiche e ha compreso, cammin facendo, la dignità di questa lingua per tanto tempo soltanto orale eppure ligia, come le lingue scritte da tempo, a ferree regole di grammatica. Abbiamo appreso che “diverso” è bello e abbiamo imparato ad amare consapevolmente qualcosa che ci apparteneva da sempre.

Abbiamo proceduto in modo scientifico, sotto l’egida ed il competente controllo dell’Università di Torino, ma anche straordinariamente e meravigliosamente spontanei, istintivi e ciò ci ha permesso di rendere meglio le sfumature lasciando spazio ai ricordi migliori e a quelle espressioni riportate in superficie da profondi scavi nella memoria individuale e affettiva.

Ecco cos’è il Dizionario occitano della lingua pragelatese, un grande contenitore che probabilmente non finirà mai di essere completato e che conserverà per sempre tra le sue pagine, cartacee e digitali, l’identità di un popolo ed il suo orgoglio di appartenenza, le preziose testimonianze di Silvio, Bruno, Giovanni, Renzo, Ugo, Mirella, Anna, Emilia, Bruna, Rita, Lucia, la professionalità di Consuelo, fondamentale e strategica risorsa del territorio, le curiosità e la complicità dei più giovani membri del gruppo, la condivisione di tanti momenti e di esperienze finalizzate ad un unico obiettivo: dare forma e concretezza a qualcosa di astratto e intangibile, sondare l’insondabile, afferrare l’inafferrabile, dare vita - testimoniandone ufficialmente l’esistenza – alla lingua del cuore, un universo in cui tutti sono i benvenuti.


Il gruppo di lavoro.
Costituito da parlanti provenienti dalle diverse borgate di Pragelato, il gruppo di lavoro è composto da una quindicina di persone e si incontra a cadenza mensile. Al gruppo cosiddetto dei "parlanti", i quali mettono a disposizione il loro sapere linguistico affrontando di volta in volta diverse aree semantiche, si affiancano tre "raccoglitori" il cui compito è quello di prendere nota di tutte le informazioni che affiorano nel corso degli incontri. Tali informazioni vengono ulteriormente elaborate e inserite nella banca dati da quattro "compilatori", il cui compito è ordinare e classificare correttamente il materiale in vista dell'ultima revisione.
L'anteprima dei lemmi a questo punto viene nuovamente sottoposta ai parlanti per colmare eventuali lacune e ne viene verificata l'esattezza tramite il confronto con altri dizionari.

Il gruppo di lavoro PragelatoIl gruppo di lavoro Pragelato

I punti di forza del progetto lanostralingua constano infatti innanzitutto nella componente umana e in secondo luogo sulla possibilità di sfruttare la tecnologia per snellire il lavoro di compilazione.

Ringraziamo quindi via web i nostri preziosissimi collaboratori:
i PARLANTI: Fernanda Bermond, Romano Bermond, Monica Berton, Mirella Blanc, Ugo Blanc, Giovanni Bourcet, Rita Bourcet, Bruna Ferrier, Silvio Folegatti che nel frattempo ci ha lasciati, Emilia Frezet, Renzo Guiot, Bruno Guiot Chiquet, Liliana Guiot Damond, Silvana Guiot Damond, Lucia Griot, Irma Marcellin, Lucia Marcellin, Anna Passet Gros;
i RACCOGLITORI: Monica Berton, Consuelo Ferrier, Renzo Guiot;
i COMPILATORI: Roberto Bert, Stefania Bonansea, Luca De Villa Palù, Consuelo Ferrier;
gli INFORMATICI, che hanno realizzato i nostri sogni classificatori e infine questo sito: Danilo Gay (il pioniere), Marcello Rabozzi e Mattia Gabriele.


Il Comitato Scientifico.
Il gruppo di Pragelato si è dotato di un Comitato scientifico secondo il volere del Comune stesso e della Fondazione culturale G. Guiot Bourg che è la capofila del progetto.

Il Comitato è costituito da persone competenti in linguistica e/o conoscitrici della storia locale e del territorio. Il suo compito è di consigliare e guidare il gruppo di lavoro nelle scelte che nel corso della definizione metodologica e classificatoria si sono presentate e ogni giorno si presentano.

Esso è composto da: Claudio Bermond (professore associato di storia economica presso l'Università di Torino), Monica Berton (Presidente), Monica Cini (Università di Torino), Consuelo Ferrier (Vicepresidente), Renzo Guiot (Segretario), Tullio Telmon (docente di dialettologia italiana presso l'Università di Torino).


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